La Mafia è (e resta) una Montagna di Merda

Quando Peppino pubblicò l'articolo intitolato "LA MAFIA E' UNA MONTAGNA DI MERDA" suscitò talmente tanto scalpore che la madre, per difenderlo, comprò tutte le copie dell'articolo per nasconderle. Erano gli ultimi anni del '60. Non si poteva parlare di Mafia. Era oltraggioso.

- Si, ma quelli erano gli anni sessanta! - qualcuno potrebbe dire.

No. Questa frase scandalizza ancora. Scandalizza a tal punto che qualcuno, che mi pare delicato non menzionare, ma è sufficiente dire che si tratta di una persona che tendenzialmente dovrebbe avere un ruolo importante all'interno di un istituto (dai, che ci siamo capiti), insomma questa persona considerava la frase un oltraggio e ha ben pensato di strappare più di una volta questa "oltraggiosa" parola da dei manifesti che i ragazzi avevano affisso per i canonici progetti legalità che si fanno nelle scuole. E se ve lo state domandando, sì. Le sanzioni disciplinari sono state fatte ai docenti responsabili dei progetti e dei manifesti. Una storia che ha dell'incredibile. Una storia che mai mi sarei aspettato di sentire, specialmente dentro una scuola. Sono ad Assoro, provincia di Enna. Qui il panorama neanche ve lo descrivo, perché tutte queste parole non le conosco. Ma oggi non vince soltanto il panorama. Oggi, dopo lunghi periodi di battaglie, vincono quei professori coraggiosi che senza vergogna alcuna gridano che la mafia è una montagna di merda. Oggi mi sono sentito parte di qualcosa di importante. Parte di una festa bellissima.

Oggi abbiamo parlato di Mafia. Abbiamo parlato di Peppino. Ci siamo ricordati a vicenda quanto sia importante ancora oggi parlare di questa tematica.

Porterò con me per sempre la commozione di oggi, gli occhi dei professori gonfi di vittoria, porto con me il gesso al braccio del ragazzo dove ho lasciato una firma piccola piccola. 

E come disse qualcuno ...

"Parlate di mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene" 

PAOLO BORSELLINO