IO NON MI RASSEGNO - UNA STORIA D'AMORE

20.08.2021

La mia prima creatura. Un figlio difficile.

Il Primo Spettacolo

Non potevo che cominciare con questo spettacolo. Il mio primo spettacolo ufficiale, da professionista. Quello che ha visto in assoluto più modifiche, quello che in fin dei conti non mi delude mai. Sicuramente uno dei più replicati dal 2017 ad oggi. Ora vi racconto un po' come e perché nasce questo testo. Il tema centrale è la storia di Peppino Impastato, il giornalista ucciso dalla mafia nel '78. Da Siciliano non potevo esimermi dal dedicare il mio primo lavoro ad un eroe antimafia. Peppino è un idolo, uno esempio, un ragazzo che, non sapendolo, mi ha dato tanto. Me ne avevano parlato i miei quando ero più piccolo, ma è stato con il ben noto "I Cento Passi" di Marco Tullio Giordana che tutto di me ha accolto e assorbito quella storia come un seme. Il suo germoglio è stato IO NON MI RASSEGNO - Una Storia d'Amore. Avendo avuto da sempre un rapporto bello e particolare con mio padre, mi incuriosiva parecchio la storia di amore/odio tra Peppino e il genitore Luigi. Un rapporto violento e amaro che non poteva essere nato se non da un profondissimo e tenero amore. Così, partendo da questo presupposto, ho cominciato a creare il personaggio dell'Antiquario, il narratore della vicenda. Due gli elementi sulla scena: Una radio e la musica, rigorosamente dal vivo. Nelle diverse edizioni, questo spettacolo ha visto succedersi più stili e più musiche. Tutto nasce con Mico, giovane cantautore Cilentano di cui so per certo che si sentirà parlare sempre più spesso e il flauto di Letizia. Tutto condito col sale e pepe delle percussioni di Giampietro. In tempi più recenti ha avuto il privilegio di conoscere la maestria nelle dita di Massimo, che tocca la sua chitarra come si dovrebbe fare con una donna. Adesso è la sua voce che accompagna le parole di IO NON MI RASSEGNO. Questo spettacolo è servito anche da veicolo dei miei pensieri più giovanili. Il concetto di storia, di libertà, di immortalità nel senso più letterario del termine erano da tanto tempo dentro di me e spesso non riuscivo a spiegarli al meglio. Questo spettacolo ha dato voce anche a loro e per questo sono stato molto criticato. O meglio. Soltanto una giornalista lo ha fatto. E' stata in assoluto la mia prima recensione, e nonostante i bei complimenti ricevuti (me ne ha fatti davvero tanti, c'è da dirlo) le parole che più mi sono rimaste impresse sono state quelle che criticavano che un ragazzo di venti anni potesse parlare di certe tematiche così difficili e profonde. Peccato che dalle mie parti quasi nessuno mi aveva parlato di libertà, o di storia, o di immortalità, o che possiamo essere più di quello che siamo. Farmene una colpa? No. Mi pare ovvio. E il motivo più grande è "il destinatario". Non era uno spettacolo nato per grandi pubblici, anche se in questo poi ho avuto una buona sorte. Il mio destinatario era chi come me non era stato informato di quanto potere potessimo avere tra le mani. Il mio destinatario era il pubblico giovane. Erano gli studenti. Ma di questo vi parlerò in un prossimo articolo.

Salvatore Riggi
ATTORE, REGISTA, AUTORE
 
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