Come Ulisse, tornare

Ulisse impiega venti anni per tornare dalla sua Penelope. Tanti Siciliani, come me, hanno preso il volo verso altri cieli ma con quel desiderio ardente e costante di tornare, di cambiare delle cose. Io torno. Ogni tanto torno e cerco di seminare qualcosa, soprattutto parole. Oggi sono ancora a Caltanissetta, ancora nella scuola dove cinque anni fa ho cominciato ad incontrare gli studenti. Oggi trovo altri volti, altri occhi commossi di piccoli uomini e donne avidi di conoscenza, di curiosità, ma anche di pareri. E' facile fare una domanda, ma per esprimere un parere ci vuole coraggio e loro lo hanno avuto.

Come si può notare, questa volta la scenografia me l'hanno portata i ragazzi. Lo spettacolo è stato, in un certo senso, più colorato. Io non potevo immaginare una partecipazione così attiva e così sentita dai ragazzi. L'unica cosa che sapevo era che la figura di Peppino era stata già spiegata nei giorni precedenti. Eppure "IO NON MI RASSEGNO" ha questa magia. La storia che ascolti è come se la sentissi per la prima volta. Alla fine di tre intense repliche, una classe si è voluta fermare per approfondire, per chiedere. Mi dicono che fra qualche giorno andranno a Cinisi, a visitare i luoghi di Peppino. Oggi è grande l'emozione. I brividi sono tanti. Questa scuola mi sembra sempre la stessa eppure sempre diversa. Io qui ho cominciato a capire l'amore per la Letteratura molti anni fa grazie alla Professoressa Mancuso. E come potrei scordare la persona che forse più di ogni altra mi ha fatto capire l'importanza delle parole, del potere che una frase poteva scatenare. Ho rivisto anche volti amici, professori che sono passati per la cattedra della mia classe. Ho percepito il tempo passarmi sopra. Ma tutto questo mi ha lasciato anche una consapevolezza.

Oggi so di essere quello che sono anche grazie a questa scuola.